Secondo la tradizione il quarto re di Roma si chiamò Anco Marzio (o Marcio) e governò l'Urbe nella seconda metà del VII secolo aC (640-616), periodo durante il quale nella vicina Etruria i centri abitati conobbero un notevole sviluppo e si trasformarono in vere e proprie città.
Roma, Ostia Antica - Mosaico nella Domus della Fortuna Annonaria
Alla morte di Tullo Ostilio, attribuita all'ira di Giove, a Roma fu nominato, come da consuetudine, un Interrex il quale si occupò di convocare l'Assemblea del popolo necessaria per la scelta del nuovo sovrano; i romani, interpellati, decisero di affidare il regno ad Anco Marzio.
Le informazioni relative alla vita privata del quarto re di Roma, con molta probabilità realmente esistito, sono scarse.
Anco Marzio, probabilmente, era di stirpe sabina e nipote di Numa Pompilio, secondo re di Roma, ebbe dei figli e morì di morte naturale; la gens plebea dei Marcii affermò, in seguito, di discendere da questo sovrano e, a sostegno di tale affermazione, adottò il cognome Rex.
NUOVA POLITICA INTERNA
Il nuovo re dovette fronteggiare immediatamente due complessi problemi: ristabilire buoni rapporti tra romani e dei, guastati da Tullo Ostilio, e risanare le casse statali, svuotate dalle numerose azioni belliche intraprese dal terzo sovrano.
Il re si preoccupò subito del rapporto con le divinità, rendendo pubbliche le norme relative alle cerimonie religiose cittadine (risalenti all'eredità spirituale del nonno Numa Pompilio); è invece improbabile l'introduzione da parte di Anco del collegio sacerdotale dei Feziali, la cui comparsa nella società romana sembra legata al regno di Tullo Ostilio.
Ad Anco marzio è attribuita anche l'inaugurazione del carcere Mamertino (da Mamers, nome italico di Marte).
L'edificio, ricostruito in età repubblicana e oggi visibile al di sotto della Chiesa di S. Giuseppe dei Faleganmi, era in origine una spelonca circolare, fredda e umida; in una prima fase ospitò probabilmente malfattori comuni ma col tempo cominciò ad accogliere, poichè vicino al percorso dei trionfi, i prigionieri di Stato destinati alla morte per strangolamento (come Giugurta e Vercingetorige).
Roma, Carcere Mamertino
VECCHIA POLITICA ESTERA
Il re, per fronteggiare le difficoltà economiche, decise di confermare la supremazia militare romana nel Lazio centrale e favorì i contatti commerciali con il mondo esterno all'Urbe; il sovrano si dimostrò abile nelle questioni militari e, pur essendo considerato solitamente più pacifico del predecessore, non evitò di rispondere con la forza agli sconfinamenti in territorio romano compiuti dagli abitanti dei vicini centri latini di Politorio, Medullia, Ficana e Tellene (attualmente di difficle posizionamento sulla carta geografica).
I romani infatti non rimasero immobili davanti agli aggressori ma, invasi i loro territori e conquistate le loro città, li trasferirono a Roma, facendoli stabilire presso l'Aventino e integrandoli nella società romana; Anco Marzio continuava la politica di incremento della popolazione, risalente addirittura al periodo romuleo, e introduceva in città i primi plebei, dei quali fu considerato preotettore.
UN UFFICIALE DI CARRIERA
Alle imprese militari di Anco partecipò anche il futuro quinto re di Roma, l'etrusco (e greco da parte di padre) Tarquinio Prisco, apprezzato dal re al punto da essere nominato patrizio e senatore e da essere posto al comando della cavalleria romana in occasione delle battaglie contro latini, sabini e veienti.
Ostia Antica
OSTIA
Ad attirare in modo particolare l'attenzione nel re furono però la zona costiera e il Tevere; Anco Marzio è tradizionalmente considerato il fondatore, intorno al 620 aC e presso la foce del fiume, della prima colonia romana: la città di Ostia (il cui nome è legato alla parola latina "ostium", che significa imboccatura).
L'archeologia finora non ha trovato conferme della fondazione di Ostia da parte di Anco Marzio. I reperti più antichi rinvenuti presso il sito (appartenenti ad una fortificazione costruita con blocchi di tufo e finalizzata al controllo della foce del Tevere) sono stati datati alla seconda metà del IV secolo aC; non si può escludere la presenza, in epoca orientalizzante, di un insediamento romano nella zona della foce, in un'area differente da quella di Ostia.
Ostia sorse in un territorio notevolmnete diverso da quello attuale; anticamente il Tevere costeggiava il lato settentrionale dell'insediamento mentre oggi, a cuasa dell'avanzamento chilometrico della linea costiera e dello spostamento del letto del fiume provocato da un'alluvione del XVI secolo ne sfiora appena una porzione sul settore occidentale.
IL TEVERE
Roma sembra inoltre, durante il regno di Anco, fortemente interessata al controllo del Tevere; vengono costruiti in questo periodo una fortificazione presso il Gianicolo, sulla sponda destra del fiume (contesa a Veio dai tempi di Romolo), e il Ponte Sublicio, il primo ponte (in legno) della storia romana.
Ponte Sublicio sorgeva nei pressi dell'attuale Ponte Emilio (conosciuto anche come Ponte Rotto) che fu costruito, in marmo, in età repubblicana e restaurato in età augustea.
Per difendere Ponte Sublicio dai nemici perse la vita, secondo Polibio, l'eroe romano Orazio Coclite.
La fortificazione e il ponte indicano l'occupazione permanente da parte dei romani dell'area a destra del Tevere e, quindi, l'allontanamento dalla stessa dei veienti, avvenuto in maniera non pacifica e celebrato da Anco Marzio con un trionfo documentato dal registro dei Fasti Trionfali.
COMMERCI
Anco Marzio sembra desideroso di favorire i traffici commerciali, sia marittimi e fluviali sia terrestri; un porto alla foce del Tevere permetteva il trasferimento delle merci dalle imbarcazioni di grande stazza a quelle più piccole, adatte a risalire il fiume fino a Roma, mentre le fortificazioni fatte costruire sul Gianicolo proteggevano dai rapaci interessi dei predoni etruschi i mercanti, e loro affari, giunti sulla riva destra dello stesso corso d'acqua.
Tarquinia, Tomba delle Pantere
Le città etrusche nate nella seconda metà del VII secolo si svilupparono notevolmente grazie ai progressi effettuati nell'attività marinara e in quella commerciale e all'influsso della cultura greca.
I commerci e il contatto con il mondo greco, a partire dall'ultimo quarto del VII secolo e durante il VI secolo, permisero l'affermazione in Etruria della civiltà orientalizzante, tipica dei ceti aristocratici ma capace di mutare gusti e costumi dell'intera popolazione; si diffusero novità tecnologiche (come il tornio del vasaio), la coltivazione della vite e dell'olivo, nuove organizzazioni militari e tipologie abitative, la scrittura e le tombe monumentali (come i Tumuli di Tarquinia o la vicina e orientalizzante Tomba delle pantere).
VERSO IL FUTURO
Durante il Regno di Anco Marzio la città di Roma, come le vicine città etrusche, crebbe e sviluppò la sua economia; i progressi dei romani stavano preparando la strada ad una nuova forma di monarchia, dai tratti dinastici e quasi tirannici, e ad una nuova fase nella storia della città, ormai pronta ad assumere le fattezze della "Grande Roma dei Tarquini".
PER MAGGIORI INFORMAZIONI:
Voce dedicata ad Anco Marzio dal sito della Treccani
Lorenzo Fascione - Manuale di diritto pubblico romano, seconda edizione, G. Giappichelli Editore - Torino (con pagine dedicate ad Anco Marzio) da Google Books
Voce dedicata a Orazio Coclite dal sito della Treccani
Voce dedicata al centro di Politorio dal sito della Treccani
Voce dedicata al centro di Ficana dal sito della Treccani
Pagina dedicata alla Fondazione di Roma da pagineveloci.net
Pagina dedicata al Foro Romano arcaico da pagineveloci.net
Pagina dedicata al Tempio di Giove Statore (epoca romulea) da pagineveloci.net
Pagina dedicata a Re Numa Pompilio da pagineveloci.net
Pagina dedicata a Re Tullo Ostilio da pagineveloci.net
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di Stefano Rosati