Il territorio che anticamente ospitò il Foro Romano e che ancora oggi ne conserva le vestigia era stato in epoche remote poco più di una palude, continuamente invasa delle acque del vicino Tevere.
Per trasformare questo gigantesco pantano nel luogo pubblico per eccellenza dell'antica Roma, paragonabile all'Agorà di Atene, furono necessari diversi interventi umani.
Il primo di questi interventi, secondo l'archeologo Andrea Carandini (autore di numerosi scavi nella zona), risale alla seconda metà dell'VIII secolo. In questo periodo venne realizzata la prima opera di riempimento, seguita, verso l'ultimo quarto dello stesso secolo, da una prima pavimentazione in ciottoli. L'epoca di questa pavimentazione, a lungo ignorata dagli studiosi, coincide per Carandini con quella del regno di Numa Pompilio, anche se è possibile che il progetto sia più antico.
IL RE VA NEL FORO
All'epoca di Romolo nel Foro esistevano già i santuari di Vesta e di Vulcano, il Volcanal.
In questi luoghi di culto veniva celebrato il fuoco in due diversi aspetti, quello domestico e quello bellico.
Il culto di Vesta, strettamente legato a Roma e alla sua nascita, per gli storici risale al VII-VI secolo a.C. ma per Carandini potrebbe essere molto più antico.
Secondo Carandini Romolo, o forse Numa Pompilio, trasferì la sua dimora, che era anche quella del re,
nel Foro, dalla originaria cittadella sul Palatino, per stare a contatto con gli dei e con gli esseri umani.
La prima reggia di Roma, la Regia, era una grande capanna, più grande degli edifici contemporanei sorti in Etruria, nel Lazio e in Grecia.
La Regia era suddivisa in una sala principale, che aveva funzioni pubbliche e che fungeva forse anche da santuario di Marte e Ops, e, ai suoi lati, in una stanza occupata da un focolare e nei locali destinati all'uso privato dei residenti.
La sala principale era occupata da un bancone che ne seguiva il perimetro e sulle sue pareti erano appesi i dodici ancilia.
L'ancile era uno scudo sacro in quanto piovuto dal cielo e per evitarne il furto ne erano state realizzate unidici copie.
Il tetto vegetale era sostenuto sul fronte da pali davanti ai quali si apriva una corte che ospitava un focolare all'aperto. In un angolo del cortile è stata rinvenuta la sepoltura di una bambina, vittima di un sacrificio umano.
La fondazione della Regia sembra risalire alla metà dell'VIII secolo.
REGIA: LAVORI IN CORSO
I successori di Romolo lavorarono molto alla Regia. la cui planimetria assunse nel tempo la forma di una elle maiuscola. Alla struttura originaria venne aggiunta una seconda ampia sala adibita al culto di Marte e Ops e venne edificato un altro focolare all'aperto dedicato ai Lari. Durante il regno di Anco Marzio l'edificio venne rinforzato con muri a scaglie di tufo e tetti di tegole.
L'avvento dei Tarquini coincise infine con l'abbandona della Regia da parte dei sovrani.
I Tarquini, simili ai tiranni, preferirono occuparsi solo di questioni militari e politiche e affidarono le pratiche religiose al Rex Sacrorum. Il culto di Marte e Ops venne nuovamente trasferito e lasciò la Regia per spostarsi in un santuario apposito.
I focolari all'aperto vennero sostituiti dall'Aedes Laurum.
Questo tempio si trasformò in un complesso monumentale in età augustea quando, accanto agli originari Lari pubblici, acquistarono importanza i Lari privati di Augusto, i suoi antenati.
I Lari del primo Imperatore vennero affidati alle Vestali e venne dedicato loro un tempio, simile a quello dei loro più antichi colleghi pubblici.
IL CULTO DI VESTA
L'Aedes di Vesta conobbe un destino simile a quello della Regia, subendo numerose modifiche nel corso degli anni.
Il tempio primordiale forse era costituito da una capanna dal perimetro circolare che ospitava al suo interno degli oggetti sacri, dei talismani.
Le strutture più recenti si sono sovrapposte a quelle originarie, cancellandole quasi totalmente e rendenone particolarmente arduo lo studio.
Il lavoro degli archeologi è invece meno complesso nell'attiguoa domus delle vestali.
Nel sito è stato rinvenuto il fondo di una capanna che con tutta probabilità fu la priam casa delle sacerdotesse.
La porta di questa capanna dava sull'antica Aedes Vestae così da permettere alle donne di verificare che il fuoco ardesse
Nei pressi della capanna sono emersi i primi muri di recinzione del santuario, le prime pavimentazioni del vicus Vestae e tracce di lavorazione del terreno, con indizi di disboscamento, che sembrano risalire all'epoca precedente la costruzione del santuario stesso.
Al di sopra della dimora antica è stata ritrovata la domus delle vestali del II-I secolo a.C. con le stanze delle sei sacerdotesse.
IL COMIZIO
Percorrendo la Via Sacra i primi romani potevano spostarsi dal complesso della Regia al Volcanal e alla zona del Comizio.
Nel sito del Comizio, edificato da Tullo Ostilio alla metà del VII secolo a.C., sono emersi strati risalenti all'VIII secolo, lo stesso cui fanno riferimento alcuni elementi votivi recuperati nel Volcanal.
In questi luoghi si radunavano le prime assemblee dell'antica Roma, quella formata dai maggiorenti della nuova città, i primi senatori, e quella del popolo, diviso in curie.
L'istituzione di queste strutture politiche indica che Il potere nella Roma delle origini non apparteneva solo al re.
Romolo forse perse la vita proprio nel Volcanal, sede del primitivo senato, dove potrebbe essere stato ucciso e fatto a pezzi dai senatori stessi.
In questo modo ogni rione cittadino conservò una reliquia dell'ormai divinizzato fondatore.
Il Foro forse assistette impotente all'omicidio di colui che lo rese il centro nevraligico della città futra signora del mondo.
di Stefano Rosati