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SANTA MARIA NUOVA LA CHIESA PIU' ANTICA DI VITERBO
Situata nelle vicinanze di Piazza del Plebiscito, a ridossa del caratteristico quartiere medievale di Viterbo e non lontana dalla Cattedrale di San Lorenzo e dal famoso Palazzo dei Papi, la Chiesa di Santa Maria Nuova rappresenta uno dei luoghi artisticamente e storicamente più interessanti del capoluogo della provincia viterbese.
Viterbo, Piazza del Plebiscito
LA STORIA
Santa Maria Nuova, nonostante il nome, è probabilmente la più antica chiesa viterbese; le prime notizie relative al tempio risalgono all'XI° secolo, quando la chiesa fu donata al vescovo Giselberto di Tuscania da un prete di nome Biterbo e dalla sua famiglia, episodio ricordato da un cippo di marmo conservato all'interno dello stesso luogo di culto.
Decisamente più antico è invece il ritratto incastonato nella facciata della chiesa, al di sopra del portale; la scultura, considerata anticamente una raffigurazione del volto di Cristo, rappresenta infatti una divinità pagana, probabilmente Giove.
Viterbo, Chiesa di Santa Maria Nuova Presunto ritratto di Cristo/Giove
La Chiesa, sorta in una zona di Viterbo segnata in epcoa medievale da un forte sviluppo, guadagnò rapidamente prestigio e assistette alla diffusione di una tradizione relativa alla predicazione tenuta, presso il suo massiccio pulpito, da S. Tommaso d'Aquino, nella seconda metà del XIII° secolo. Il luogo di culto fu anche sede dei consigli dell'antico comune di Viterbo fino alla seconda metà del XVI° secolo.
Viterbo, Chiesa di Santa Maria Nuova
I RESTAURI
Il luogo ha subito notevoli restauri nel corso del XIX° secolo, quando furono tinteggiate le mura esterne e la facciata, e del XX° secolo; in particolare gli interventi cui è stato sottoposto a partire dal 1960 hanno permesso il recupero della piccola cripta e del bel chiostro, impropriamente definito longobardo.
La facciata della chiesa recuperò l'antico aspetto in seguito ad un restauro avviato nel 1911; in occasione di questo intervento furono anche chiusi i portali ricavati nel XIX° secoli ai lati dell'ingresso attuale.
IL CHISOTRO
Camminando, esternamente, lungo la parete sinistra della chiesa e raggiungendo la sua parte posteriere si accede ad un piccolo cortile dal quale, oltrepassata la grande abside centrale, è possibile raggiungere gli ingressi al chiostro e alla cripta.
Viterbo, Chiesa di Santa Maria Nuova, cripta
Il chiostro, chiuso da edifici a più piani su tre lati e da un muro sul quarto, è caratterizzato, accanto all'ingresso, da arcate, sorrette da piccoli capitelli e da esili colonnine e formate da mattoni, simili a quelle dei campanili di S. Maria della Cella e di S. Sisto; sulla destra di queste stesse costruzioni si trova una seconda serie di archi a tutto sesto poggiati su pilastri di pietra innalzati sulla sommità di un muretto.
Viterbo, Chiesa di Santa Maria Nuova, chiostro
LA NAVATA DESTRA
La chiesa, internamente, è divisa in tre navate, separate da due file di colonne e coperte da un soffitto sostenuto da capriate.
Viterbo, Chiesa di Santa Maria Nuova
Sulla parte destra dell'edificio, vicino all'ingresso, si trovano numerosi cippi decorati (tra cui quello sul quale è inciso l'atto della donazione di Biterbo) e lapidi; proseguendo sullo stesso lato si raggiunge una grande nicchia decorata da un affresco del XV° secolo attribuito a Francesco D'Antonio Zacchi detto il Balletta e raffigurante una Crocifissione con la Madonna, S. Giovanni, S. Ambrogio e un chierico; il Cristo Benedicente, santi e sante decorano invece i montanti laterali e il sottarco dello stesso ambiente.
Viterbo, Chiesa di Santa Maria Nuova, crociffisione attribuita al Balletta
Una seconda ampia nicchia, pochi metri dopo la prima, presenta una Crocifissione con la Madonna, S. Giovanni, S. Barbara, S. Nicola e il finanziatore dell'opera; la pittura è legata alla scuola toscana e risale alla fine del XIII ° secolo, i montanti sono decorati con stemmi araldici e figure di santi.
Viterbo, Chiesa di Santa Maria Nuova,
Viterbo, Chiesa di Santa Maria Nuova, stemma della famiglia Monaldeschi
L'abside di destra custodisce una tavola con la Madonna in trono con Bambino e Angeli risalente al XV° secolo (di autore ignoto) mentre quello centrale ospita un ciborio del XII° secolo ed è chiuso da un altare monolitico, realizzato in peperino, dello stesso periodo; questa parte della chiesa ospita anche un crocifisso bronzeo e una balaustra raffigurante l'ultima cena realizzati da C. Canestrari, rispettivamente nel 1966 e nel 1964. Allo stesso Canestrari si deve la Pietà (1958) conservata presso l'abside che chiude la navata sinistra.
LA NAVATA SINISTRA
L'altare di questo stesso abside conserva invece un trittico su cuoio, di scuola romana e datato al XIII° secolo, raffigurante il SS. Salvatore, la Madonna e S. Giovanni sulla fronte e S. Michele Arcangelo, S. Paolo e S. Pietro sul retro.
Viterbo, Chiesa di Santa Maria Nuova, trittico su cuoio(particolare)
Oltrepassato questo ambiente si raggiungono i resti di alcuni affreschi e quindi, presso la parete che chiude esternamente la navata sinistra, una nicchia decorata con una pittura, risalnete agli inizi del XIV° secolo e influenzata dallo stile gotico senese di Simone Martini e dei Lorenzetti, raffigurante la Madonna in trono col Bambino, S. Giovanni Battista, la committente inginocchiata e Cristo; anche in questo caso sui raffinati montanti compaiono santi, sante e il Cristo Benedicente.
Viterbo, Chiesa di Santa Maria Nuova, Madonna in trono col Bambino
Superata questa decorazione si incontra un secondo affresco, risalente al XIV° secolo e attribuito a Pietro da Viterbo, raffigurante la Crocifissione con S. Giovanni Battista, la Vergine, S. Giovanni Evangelista, S. Giacomo Maggiore e la Maddalena.
Viterbo, Chiesa di Santa Maria Nuova, crociffisione attribuita a Pietro da Viterbo
La prima nicchia della navata sinistra, la più vicina al portale d'ingresso, è affrescata invece con l'immagine di S. Gerolamo tra i Santi Giovanni Battista e Lorenzo; la pittura, risalente ad un periodo compreso tra la fine del XV° e gli inizi del XVI° secolo, è stata attribuita all'artista viterbese Antonio del Massaro, detto il Pastura (attivo anche a Roma, Orvieto e Tarquinia), e costituisce solo una delle tante pregevoli opere custodite dalle possenti mura della chiesa di Santa Maria Nuova a Viterbo.
Viterbo, Chiesa di Santa Maria Nuova, particolare dell'opera attribuita al Pastura
PER MAGGIORI INFORMAZIONI:
Pagina dedicata alla Chiesa di Santa Maria Nuova
La Chiesa sul sito del Comune di Viterbo
Voce dedicata al Pastura dal sito della Treccani
Il Palazzo dei Papi di Viterbo
La Cattedrale di San Lorenzo
Testi e immagini di Stefano Rosati
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