"PREFIERO MORIR DE PIE
QUE VIVIR DE RODILLAS"

(Emiliano Zapata)

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VITERBO
RESTAURO DELLE SCUDERIE DELLA ROCCA ALBORNOZ


Il Museo nazionale etrusco di Viterbo - Rocca Albornoz ospiterò, sabato 22 novembre 2014 alle ore 11.00, la presentazione del progetto realizzato per il

RESATAURO DELLE SCUDERIE MONUMENTALI DELLA ROCCA ALBORNOZ


Immagine tratta dal sito della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Etruria Meridionale

Il nucleo originale della Rocca Albornoz si deve all'omonimo cardinale, interessato alla costruzione di un'opera utile alla difesa del territorio controllato dalla Chiesa; i lavori, che portarono alla realizzazione del primo palazzo abbattendo o incorporando precedenti edifici, iniziarono alla metà del XIV' secolo.

Rocca Albornoz
Cortile

BRAMANTE A VITERBO
Il palazzo fu riprogettato agli inizi del XVI' secolo dal noto architetto Donato Bramante, della scomparsa del quale si celebra in questo 2014 il 500' anniversario, che concentrò l'intera costruzione su un ampio cortile rettangolare, occupato da una fontana recante lo stemma di papa Giulio II e dominato da due loggiati.
Nuovi restauri furono finanziati durante il pontifcato di Paolo III Farnese, quando fu realizzata la loggia che si affaccia sull'attuale Piazza della Rocca.

viterbo, Piazza della Rocca

IL MUSEO DELLA ROCCA
Dagli anni ottanta del XX' secolo la Rocca Albornoz ospite le ricche sale del Museo nazionale etrusco di Viterbo, interessante per la presenza della nota Biga (VI secolo aC) di Ischia di Castro (presente con il corredo), di un mosaico pavimentale di epoca romana proveniente dal sito di Musarna e di reperti relativi agli antichi abitati di San Giovenale e di Acquarossa (utili per la scoperta della vita quotidiana degli Etruschi nel corso del VII-VI secolo aC e recuperati da missioni archeologiche svedesi nella seconda metàdel XX' secolo) e di Ferento (da dove provengono numerose decorazioni appartenute al bel teatro locale di età augustea); recentemente è stata inaugurata una piccola sala dedicata agli oggetti (tra i quali una statua raffigurante l'antichissima dea Demetra) rinvenuti presso un santuario rupestre situato nel territorio comunale di Vetralla (VT).

Museo nazionale etrusco di Viterbo
Reperto conservato nell'ala dedicata agli abitati di Acquarossa e San Giovenale

Museo nazionale etrusco di Viterbo
particolare del mosaico pavimentale
Museo nazionale etrusco di Viterbo
Biga di Ischia di Castro

LE SCUDERIE
Le scuderie della Rocca Albornoz furono restaurate, insieme al palazzo da Bramante su indicazione di Giulio II; l'edificio, considerato nel XVIII' secolo il più bello d'Italia nel suo genere, soffrì gli effetti devastanti dei bombardamenti del 1944 e fu abbandonato per decenni prima dell'attuale recupero.

IL NUOVO PROGETTO
All'evento di sabato 22 novembre 2014 parteciperanno Valeria D'Atri (Direttore del Museo Nazionale Etrusco), Leonardo Michelini (sindaco di Viterbo) e Antonio Rocca (Direttore artistico dell'Associazione Egidio 17, impegnata nel recupero della storia rinascimentale della città di Viterbo); gli interventi di Simonetta Valtieri e Enzo Bentivoglio illustreranno invece, rispettivamente, il progetto di Restauro delle Scuderie e i rapporti esistiti tra il cardinale Egidio da Viterbo (protagonista della scena religiosa e culturale viterbese dell'epoca), Giulio II e Bramante.


PER MAGGIORI INFORMAZIONI
  • Pagina dedicata all'evento di sabato 22 novembre 2014
  • Pagina dedicata al Museo dal sito della Soprintendenza dell'Etruria Meridionale
  • Pagina dedicata alla Rocca Albornoz dal sito della Soprintendenza dell'Etruria Meridionale
  • Pagina dedicata da pagineveloci.net al Santuario rupestre di Vetralla (VT)
  • Pagina dedicata da pagineveloci.net al culto di Demetra
  • Pagina dedicata da pagineveloci.net all'inaugurazione della sala del Santuario rupestre di Vetralla presso la Rocca Albornoz

    si invitano gli interessati a verificare la pubblicazione di eventuali aggiornamenti e a raccogliere informazioni presso le sedi opportune
    pagineveloci.net si scusa per eventuali modifiche o inesattezze non dovute all'autore del testo

    di Stefano Rosati

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