"PREFIERO MORIR DE PIE
QUE VIVIR DE RODILLAS"

(Emiliano Zapata)

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VETRALLA
VISITA GUIDATA AL SANTUARIO DI MACCHIA DELLE VALLI


La Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Etruria Meridionale ha organizzato una visita guidata al sito archeologico del

SANTUARIO RUPESTRE DI MACCHIA DELLE VALLI


presso il Comune di Vetralla, in provincia di Viterbo, e a cura di M.G. Scapaticci.
L'appuntamento per i partecipanti è fissato, alle ore 9.30 di giovedi 27 marzo 2014, lungo la strada provinciale 41 tra Cura di Vetralla e Blera.

Foto tratta dal sito della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Etruria Meridionale, ridimensionata
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La notizia sul sito dell'Etruria Meridional

GLI SCAVI La vicenda archeologica del sito di Macchia delle Valli è iniziata nel 2006, quando una segnalazione effettuata dall'Arma dei Carabinieri spinse la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Etruria Meridionale a realizzare degli scavi nell'area compresa tra Blera e Cura di Vetralla e, conseguentemente, ad individuare, in un bosco di cerri e querce, un Santuario etrusco-romano.

IL SANTUARIO RUPESTRE Il Santuario rupestre è formato da vari ambienti, in parte all'aperto e in parte in grotta, ed ha restituito la statua di Vei, una divinità femminile etrusca corrispondente alla greca Demetra e alla romana Cerere.
Il Santuario ospitava una terrazza, utile per le libagioni, e un deposito votivo e fu utilizzato almeno per tre secoli prima di essere volutamente abbandonato, agli inizi del II secolo dC, e sigillato, per renderlo inviolabile, con i materiali recuperati da un'antica cava.

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LA STATUA DI VEI La statua di Vei, di dimensioni ridotte e risalente alla fine del III - inizi del II secolo aC, si trovava in una piccola cella dal tetto a doppio spiovente, orientata secondo i punti cardinali ed edificata in peperino all'esterno della grotta.
La dea rappresentata, priva di tre dita della mano sinistra, indossa un chitone con cintura alta e ha la testa coperta da un mantello.
Il banco di peperino sul quale era deposta la statua ha restituito inoltre un ritratto femminile rappresentante probabilmente la figlia di Vei/Demetra/Cerere, conosciuta come Kore-Persefone tra i greci e come Proserpina tra i romani.

Foto tratta dal sito della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Etruria Meridionale, ridimensionata
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IL CULTO DI DEMETRA Il culto greco di Demetra, cui furono associati con il tempo quelli dell'etrusca Vei e della romana Cerere, è forse uno dei più antichi del Mediterraneo. E'probabilmente legato infatti a quello della Madre Terra, presente nell'area egea già durante il neolitico, come sembrano indicare alcuni manufatti rinvenuti a Sesklo (Grecia continentale) e Mallia (isola di Creta).
Questa antica divinità sembra accompagnare la storia delle popolazioni dell'area egea.
Sembra infatti possibile assimilarla alla Dea dei Serpenti cretese, raffigurata in una statuetta recuperata a Cnosso e risalente alla civiltà minoica (prima metà del II millennio aC), e sembra riconoscibile in una divinità citata dai testi di alcune tavolette datate alla fine del XIII secolo aC e rinvenute presso il palazzo miceneo di Tebe, nella regione greca della Beozia.
Il culto della Madre Terra/Demetra resistette prima al tramonto del mondo minoico e poi al crollo della civiltà micenea e raggiunse il I millennio aC, quello in cui emersero la civiltà greca classica e, in Italia, quella etrusca e quella romana.

A Demetra, figlia secondo Esiodo di Crono e di Rea e sorella di Zeus e Ade, era assegnato l'incarico di rendere fertili i campi e di far crescere i raccolti.
Il dolore di Demetra, in seguito al rapimento di sua figlia Persefone da parte del dio degli inferi Ade, rese momentaneamente sterile la terra che, successivamente, tornò a dare frutti solo in alcune stagioni dell'anno, legate al periodo di riunione di Demetra alla figlia secondo l'accordo stabilito tra le divinità coinvolte nella vicenda e propiziato dall'intervento di Zeus.
Cerere, divinità dei campi italica e romana particolarmente cara alla plebe, cominciò ad essere identificata con Demetra a partire dall'inizio del V secolo aC, in seguito alla costruzione di un tempio dedicato alla triade greca formata dalla stessa Demetra, da Dioniso e da Core.
Demetra era entrata nel mondo italico e stava per iniziare la storia del Santuario di Macchia delle Valli.

LINK UTILI:
Il sito archeologico sul sito della Soprintendenza per i beni archeologici dell'Etruria Meridionale
Voce dedicata a Cerere sul sito della Treccani
Voce dedicata a Demetra sul sito della Treccani
Voce dedicata a Persefone sul sito della Treccani
Il Museo Nazionale Etrusco di Viterbo e il Santuario

si invitano gli interessati a verificare la pubblicazione di eventuali aggiornamenti e a raccogliere informazioni presso le sedi opportune
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di Stefano Rosati

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