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MONTEFIASCONE UNA ROCCA, TANTI PAPI
Montefiascone, Rocca dei Papi
Custode della bella cittadina di Montefiascone (VT), la Rocca dei Papi si innalza, grigia e possente, sulla vetta del colle Falisco, circa venti chilometri a nord di Viterbo, dominando il territorio circostante, ricco di verdi colline e di rinomati vigneti, e il vicino lago di Bolsena, con le sue acque scintillanti di storia.
Montefiascone, lago di Bolsena
I PAPI
Il nome con il quale la fortezza di Montefiascone è attualmente conosciuta indica i forti legami esistiti, per secoli, tra la stessa e la Santa Sede, che spesso utilizzò l'edificio per difendere i propri territori.
Il castello garantiva sicurezza e comodità ai suoi illusti ospiti e, cartterizzato da quattro alte e slanciate torri angolari, si sviluppava su più livelli, alcuni dei quali interrati; gli amnbienti interni furono realizzati per permettere l'organizzazione di intrattenimenti e banchetti e lo svolgimento di eventi legati alla politica e alla religione.
La Rocca ospitò anche le riunioni dei signori della Tuscia medievale, istituite da Innocenzo III per sentenziare le volontà politiche della chiesa.
La presenza dei papi è oggi testimoniata da alcuni stemmi presenti nelle sale, come quello di Giulio II, con l'iscrizione (IV)LIVS LIGUR, e di Leone X.
L'EPOCA ARCAICA
L'area della fortezza era abitato già nel XII secolo aC, in età protvillanoviana, e ha restituito elementi tufacei appartenuti ad una fortificazione o ad un santuario etrusco del VII-VI secolo aC, epoca arcaica, e sepolcri probabilmente di età longobarda; in età romana si sviluppò invece un insediamento nella zona di San Flaviano, lungo il percorso della via Cassia.
Montefiascone, San Flaviano
DALLA TORRE...
La zona della Rocca ospitò, a cavallo tra la fine del primo e l'inizio del secondo millennio dell'era cristiana, una fortezza lignea, passata nel 1187 dal dominio imperiale di Federico Barbarossa e quello della Chiesa, in seguito alla distruzione da parte dei guelfi viterbesi, fedeli a papa Clemente III, della Chiesa di San Flaviano e dell'omonimo borgo; il primo nucleo dell'attuale Rocca è probabilmente successivo a questa data e corrisponde ad una torre di avvistamento.
Al papato di Innocenzo III (1198-1216), sostenitore della concezione teocratica del mondo avanzata da Papa Gregorio VII (1073-1085) e quindi del potere spirituale su quello temporale e dell'autorità papale sulle istituzioni laiche, risale invece un documento indicante l'esistenza di un palazzo nell'area dell'attuale Montefiascone; lo stesso Innocenzo III elevò Montefiascone a sede del Rettore del Patrimonio di San Pietro in Tuscia.
Montefiascone, Rocca dei Papi
...ALLA ROCCA
La fortificazione dell'edificio proseguì, nel corso del XIII secolo, con gli interventi realizzati da Gregorio IX (1227-1241), Urbano IV (1261-1264), che fece costruire una torre d'avvistamento e raddoppiò il muro perimetrale, e Martino IV (1281-1285), che la scelse come residenza papale e che è considerato il vero fondatore della Rocca; molti pontefici, nel corso del XIII secolo, presero l'abitudine di trascorrere i mesi estivi a Montefiascone.
L'alba del XIV secolo annunciò l'inizio di un periodo duro per Montefiascone e la sua Rocca: in seguito al trasferimento ad Avignone della sede papaple (1307), la cittadina, divenuta centro degli affari politici della Tuscia, subì infatti frequenti attacchi ad opera del ghibellino Giovanni di Vico, prefetto di Roma.
Montefiascone, Rocca dei Papi
IL CARDINALE ALBORNOZ
Della fortezza, a partire dal 1353, si occupò il cardinale spagnolo Egidio Albornoz (Gil Alvarez Carrillo de Albornoz), attivo dal punto di vista architettonico e da quello politico-militare nell'area della Tuscia e della vicina Umbria nel corso del XIV secolo (portano il suo nome le rocche di Viterbo e di Spoleto) e incaricato di recuperare i territori caduti nelle mani degli oppositori del papa.
La grande cisterna circolare che occupa parte del cortile della Rocca risale proprio al XIV secolo.
Montefiascone, Rocca Albornoz
Spoleto, Rocca Albornoziana
IL RINASCIMENTO
Il Rinascimento portò alla Rocca nuovi interventi edilizi, tra cui quelli ordinati da Alessandro VI Borgia e la cui progettazione fu attribuita dal Vasari ad Antonio da Sangallo il Vecchio (Antonio Giamberti).
Le opere, da realizzare nell'ambito di un progetto di rafforzamento delle difese dello Stato della Chiesa seguito alla discesa in Italia dell'imperatore Carlo VIII (1494), erano finalizzate alla costruzione di bassi e massicci bastioni angolari a pianta poligonale, sul modello della fortezza di Civita Castellana, ma, ad eccezione di quelle relative agli spazi residenziali (completate peraltro sotto il pontificato di Giulio II), non furono ultimate.
Civita Castellana, Forte Sangallo
SANGALLO
Antonio da Sangallo il Giovane, nipote del Vecchio, realizzò invece, nel 1516 e su commissione di Leone X, il cortile interno della Rocca, porticato sui quattro lati e pavimentato in pous spicatum.
Abbandonata nel corso del XVI° secolo, la Rocca passò sotto l'autorità di un Seminario sorto nei suoi pressi ad opera del cardinale Marco Antonio Barbadigo e fu pesantemente saccheggiata tra XVII° e XVIII° secolo fino ad assumere il suggestivo aspetto attuale.
PER MAGGIORI INFORMAZIONI:
Montefiascone e la Rocca dei Papi
Voce della Treccani dedicata a papa Innocenzo III
Voce dedicata a papa martino IV dalla Treccani
Voce dedicata al cardinale Albornoz dal sito della Treccani
La basilica di San Flaviano
Immagini e testi di Stefano Rosati
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