"PREFIERO MORIR DE PIE
QUE VIVIR DE RODILLAS"

(Emiliano Zapata)

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FALERII VETERES
LA CAPITALE DEI FALISCI

Tra i Cimini a ovest e il Tevere a est sorge oggi Civita Castellana ma quando Roma era giovane e il centro dell'Europa stava in Grecia fra monti e fiume si trovava Falerii Veteres, la città principale dell'antico popolo italico dei Falisci.

TRA MITO E REALTA' Secondo la tradizione fu il mitico eroe greco Halesus, figlio illegittimo di Agamennone "" (anax andron, signore-capo degli uomini), a fondare la città dopo aver raggiunto l'Italia per sfuggire alle sanguinose vicende della sua tragica famiglia d'origine.
Il popolamento storico della zona risale al periodo del bronzo finale quando ai piedi del colle di Vignale vennero scavate tombe a pozzo.

LA CITTA' Il centro abitato falisco, inizialmente esteso sul solo colle di Vignale, sembra risalire alla prima età del ferro, intorno al IX secolo.
Nel corso dell'VIII secolo si svilupparono nel mondo falisco nuove realtà urbane, di dimensioni limitate e inferiori a quelle di Falerii, come le antiche Nepi e Vignanello mentre la popolazione di Falerii aumentò di numero. A quest'epoca risalgono alcuni ricchi corredi funerari rinvenuti presso l'altura di Montanaro.
Le dimensioni dell'insediamento di Falerii crebbero tra VIII e VII secolo e il centro, dall'iniziale posizione sul colle di Vignale, si estese fino al vicino pianoro oggi occupato da Civita Castellana.
Il pianoro, separato dal territorio circostante su tre lati da profonde gole, offriva alla giovane città una posizione strategicamente favorevole. Il solo lato occidentale necessitò di un'opera difensiva artificiale.
L'incremento demografico della città fu seguito dalla crescita degli spazi destinati alle necropoli.

LE GRANDI OPERE Lo sviluppo cittadino continuò tra VI e V secolo.
Il VI secolo di Falerii cominciò con l'edificazione del primitivo tempio di Giunone Curite, il principale tempio extraurbano del centro falisco, e terminò con la definizione dell'organizzazione interna della città.
Nel V secolo il perimetro del pianoro sul quale sorgeva Falerii venne rinforzato da una cinta muraria, della quale oggi sono visibili alcuni resti, e in città comparvero numerose opere utili per la conservazione e lo smaltimento delle acque quali pozzi e cisterne.

Immagine tratta dal sito della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Etruria Meridionale,
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L'ARTIGIANATO L'artiginato locale produsse i risultati migliori tra l'età tardoarcaica e quella ellenistica.
Gli scavi effettuati nel territorio di Falerii hanno restituito numerosi reperti, in particolare terrecotte e ceramiche, che testimoniano la presenza di una scuola manifatturiera locale ma anche l'attenzione per il gusto greco.
Esempi della produzione artiginale falisca sono le terrecotte appartenute al tempio di Apollo dello Scasato, località dove si trova l'edificio, e le ceramiche a figure rosse, la cui realizzazione iniziò nel secondo decennio del IV secolo e venne probabilmente favorita dalla fornace presente nell'antica città.

LE GUERRE CON ROMA Nel corso del V secolo i Falisci, un popolo italico influenzato culturalmente sia dai vicini etruschi sia da quelli latini, si schierarono spesso dalla parte dei primi contro l'emergente città di Roma.
Falerii fu alleata di Veio e solo dopo la caduta della città etrusca firmò, nel 394 aC, un trattato di pace con Roma. Secondo la tradizione romana la città, dopo aver subito un assedio, si arrese a Furio Camillo. Probabilmente la pace venne conclusa alla pari e Falerii non perse sovranità e non riportò danni.
La pace durò poco poichè nel 357 la città si schierò con Tarquinia, venendo in tal modo nuovamente in contrasto con i romani. Falerii venne sconfitta per la seconda volta. Lo scontro si concluse con una tregua quarantennale tra falisci e romani, successivamente trasformata in una vera e propria alleanza.
Il periodo di pace coi romani nel corso del IV secolo permise ai Falisci di restaurare i santurai e i templi del loro territorio e di ricostruire completamente e in senso monumentale il tempio di Giunone.
Agli inizi del III secolo i falisci si sollevarono di nuovo contro Roma. La rivolta si concluse con un trattato di pace.

Tarquinia - Area Archeologica dell'Ara della Regina

LE DUE FALERII La tregua con Roma però non resistette e nel 241 aC Falerii, dopo un nuovo tentativo di rivolta durante la prima guerra punica, venne definitivamente conquistata dai romani e distrutta.
La popolazione falisca superstite venne trasferita verso occidente e sistemata in una zona pianeggiante e priva di difese naturali presso l'attuale Fabrica di Roma.
Nacque in tal modo la città oggi indicata come Falerii Novi mentre il vecchio centro, conosciuto attualmente come Falerii Veteres, venne quasi completamente abbandonato e finì ai margini della storia. Solo in epoca alto-medievale la zona tornò ad essere popolata. Dove un tempo aveva prosperato la principale città dei falisci stava nascendo Civita Castellana.

Oggi molte testimonianze dell'antico popolo dei falisci sono conservate nel Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma e nel Museo Archeologico dell'Agro Falisco a Civita Castellana.

Articolo del 1960 dedicato a Falerii Veteres sul sito della Treccani
Articolo del 2004 deidcato a Falerii Veteres sul sito della Treccani
Pagina dedicata al Museo Archeologico dell'Agro Falisco sul sito dei beni culturali
Sito del museo di Villa Giulia
Sezione del sito di Villa Giulia dedicata all'Agro Falisco e Capenate


di Stefano Rosati

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