La Chiesa del Gonfalone, dedicata a San Giovanni Battista, sorge nel cuore della città di Viterbo e ne rappresenta, tra tanti edifici medievali, il gusto barocco; la sua costruzione cominciò nel 1665 e, essendo già usata alla fine dello stesso XVII° secolo, fu ultimata, con la realizzazione della facciata, nel 1726.
Viterbo, Chiesa del Gonfalone
Battesimo di Cristo (Romanelli)
LA COSTRUZIONE
Il progetto della chiesa e quello della facciata portano la firma, rispettivamente, degli architetti romani Giovanni Maria Baratta, allievo del Borromini, e Francesco Ferruzzi mentre la realizzazione dell'edificio fu opera di mastri viterbesi; dei finanziamenti si occupò invece l'antica e ricca Confraternita del Gonfalone, cui la chiesa deve il nome, la quale aveva deciso di abbandonare l'oratorio originario, situato presso la contrada Valle, e di darsi una nuova sede.
Roma, piazza Navona
Sulla sinistra è visibile la facciata della chiesa di Sant'Agnese in Agone alla cui realizzazione lavorò anche il Borromini
La Confraternita alla metà del XVIII° secolo finanziò ulteriori lavori finalizzati alla realizzazione delle decorazioni pittoriche della costruzione.
Viterbo, Chiesa del Gonfalone
LA CHIESA
Sulla facciata, che si presenta un doppio ordine e appare all'osservatore leggermente concava, sono stati realizzati il portale d'ingresso, accompagnato dagli stemmi di papa Benedetto XIII e del vescovo Sermattei, e il campanile.
La chiesa internamente si svela al fedele e al visitatore in un tripudio di decorazioni illusionistiche, immagini e colori tipicamente barocchi e risulta occupata da due ambienti (il primo riservato ai fedeli e il secondo preparato per i confratelli) edificati in asse con l'ingresso e nettamente separati tra loro dall'altare maggiore, progettato da Nicola Salvi (autore della Fontana di Trevi a Roma), e dalle due colonne poste ai lati dello stesso.
Pareti e soffitto sono coperti da decorazioni pittoriche descriventi finte architetture oppure raffiguranti personaggi biblici, scene paradisiache e storie tratte dal Vangelo.
Viterbo, Chiesa del Gonfalone
San Giovanni Battista ed Erode
I profeti Isaia (che anticipò la venuta salvificia di Cristo) e Abdìa furono raffigurati in chiaroscuro, nel 1756, dal pittore Domenico Corvi, artefice anche dell'immagine dedicata alla Decapitazione del Battista; nello stesso 1756, sulla lunetta dell'altare maggiore, fu immortalata una scena raffigurante S. Giovanni Battista ed Erode, opera di Anton Angelo Falaschi mentre Vincenzo Stringelli affrescò la volta della chiesa con gruppi di angeli e beati nella sua visione dell'Empireo.
Nello stesso periodo Giuseppe Marzetti si occupò della realizzazione dei suggestivi effetti prospettici che sembrano dilatare lo spazio della chiesa e collegano le pitture delle pareti a quelle della già nominata empirea volta.
Viterbo, Chiesa del Gonfalone
Empireo
L'ORATORIO
L'oratorio, al di la dell'altare maggiore, è occupato da un altare realizzato da Domenico Lucchi ed è dominato dal grande stendardo della Confraternita illustrato, nel 1649, da Giovanni Francesco Romanelli (pittore viterbese seicentesco, allievo di Pietro da Cortona e attivo anche a Roma e in Francia) con scene raffiguranti il Battesimo di Cristo e Maria Santissima del riscatto con San Bonaventura; al di sopra del coro si possono ammirare episodi dedicati alla vita del Battista (l'Angelo e Zaccaria, Giovanni nel deserto, Dio ordina la missione a Giovanni, Giovanni rimprovera Erode, l'Agnello di Dio, la Decapitazione del Battista), realizzati dai maestri romani Pietro Piazza e Giuseppe Rosi alla metà del XVIII° secolo.
Roma, Musei Capitolini
Ratto delle Sabine (Pietro Da Cortona)
Il Battista fu rappresentato da Giuseppe Rosi (cui è attribuita anche la raffigurazione dell'Onnipotente visibile nell'abside), anche nel grande affresco che occupa la volta dell'oratorio, dedicato alla nascita del santo, e nella scena presente nella lunetta prossima all'altare, che invece ne racconta la predicazione; si tratta di due della tante opere, alcune delle quali in questo testo brevemente descritte, che si possono ammirare nei raffinati spazi dell'edificio e che rendono la chiesa del Gonfalone una sorta di piccolo museo dello stile barocco viterbese.
Viterbo, Chiesa del Gonfalone
La nascita di San Giovanni Battista (Giuseppe Rosi)
La scena, inserita in una finta cornice rettangolare, è dominata dall'intensità dei colori degli abiti dei personaggi descritti e presenta, in primo piano e davanti al vecchio padre Zaccaria, la madre Elisabetta e il figlio neonato Giovanni; sui gradini di una scalinata bianca e neoclassica si trovano invece una giovane donna e l'agnello di Dio accanto ad un manto di pelo di cammello mentre sul fondo si vedono due donne con delle colombe che simboleggiano l'eccezionalità del futuro Battista.
La parte superiore della pittura è occupata da nubi e angeli, due dei quali portano una croce.
PER MAGGIORI INFORMAZIONI:
Pagina dedicata alla Chiesa del Gonfalone
Articolo dedicato alla Chiesa del Gonfalone
Voce dedicata a Domenico Corvi dal sito della Treccani
Voce dedicata a Giovanni Francesco Romanelli dal sito della Treccani
Voce dedicata a Nicola Salvi dal sito della Treccani
Voce dedicata al Borromini dal sito della Treccani
Voce dedicata a Pietro da Cortona dal sito della Treccani
Voce dedicata al profeta Isaia dal sito della Treccani
Voce dedicata al profeta Abdìa dal sito della Treccani
Voce dedicata a San Giovanni Battista dal sito della Treccani
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Testi e immagini di Stefano Rosati