"PREFIERO MORIR DE PIE
QUE VIVIR DE RODILLAS"

(Emiliano Zapata)

ARCHIVIO

ARCHIVIO FOTOGRAFICO

LE ANTICHE CHIESE DI CORNETO
(parte II)

SANTA MARIA IN CASTELLO
La breve visita dedicata ad alcune delle principali chiese di Corneto/Tarquinia si conclude spostandosi ai confini del centro abitato e raggiunge la chiesa di Santa Maria in Castello, inoltrandosi nel periodo medievale della cittadina del viterbese.


Tarquinia, Santa Maria in Castello


LA CHIESA DELLA RUPE La Chiesa di Santa Maria in Castello sorge, con le sue forme romaniche influenzate da elementi stilistici di origine lombarda e araba, sul margine settentrionale della città di Tarquinia, in un'area forse già occupata da presidi militari e da piccoli centri abitati in epoca etrusca e romana e probabilmente sede del nucleo originario dell'insediamento di Corneto nel periodo altomedievale, e domina dall'alto di una rupe l'ampia vallata che il fiume Marta percorre prima di confondere le sue acque con quelle del mar Tirreno.


Tarquinia, panorama dalla Chiesa di Santa Maria in Castello

La chiesa è inserita nel recinto del cosiddetto castello della contessa Matilde di Canossa, caratterizzato dalla presenza di un'alta torre e di una porta difesa da un massiccio torrione circolare.


Tarquinia, Torre detta di Matilde di Canossa

LA STORIA La costruzione della chiesa risale al XII-XIII° secolo (1121-1207), quando l'edificio fu innalzato sul sito della precedente Cappella altomedievale di Santa Maria ad rupes grazie ai finanziamenti dei cittadini di Corneto, mentre l'inizio del suo declino si colloca nel XV° secolo quando, nel 1435, la Chiesa di Santa Margherita, più vicina ai nuovi e socialmente emergenti quartieri cittadini, fu scelta da Papa Eugenio IV quale cattedrale della nuova diocesi di Montefiascone e Corneto (nome usato per indicare Tarquinia fino al 1922) e iniziò ad oscurare il prestigio del più vecchio luogo di culto, sorto quando l'abitato faceva parte della diocesi di Viterbo e Tuscania; fino alla fatidica data del 1435 la chiesa di Santa Maria in Castello fu retta da un capitolo di canonici presieduto da un priore, in seguito il colleggio canonicale fu soprresso.


Tarquinia, Santa Maria in Castello
La consacrazione della chiesa avvenne del 1207 alla presenza di dodici vescovi: l'evento è ricordato da una lapide posta all'interno della chiesa vicino al portale maggiore.

LA DECADENZA La crisi della chiesa di Santa Maria in Castello potrebbe essere stata aggravata dall'inserimento, avvenuto intorno al 1360 oppure nel corso degli anni trenta del XV° secolo, nella cinta muraria di una nuova porta; la fortificazione escluse l'area di Santa Maria, completamente disabitata e caratterizzata dalla rovina della locale porzione delle mura cittadine, dall'insediamento di Corneto.


Tarquinia, Santa Maria in Castello

La chiesa fu sconsacrata nel settembre del 1566 a causa di un fatto di sangue che coinvolse i padri Carmelitani, cui l'edificio era stato concesso, e in seguito, nonostante la nuova consacrazione, abbandonata e usata per alloggiare alcuni soldati mentre piante di edera e di fico invadevano le zone circostanti; verso la fine del XVI° secolo il luogo di culto fu assegnato ai Francescani che vi dimorarono, occupandosi di restauri e di riparazioni, fino al 1810 quando, a causa di un decreto napoleonico, i frati abbandonarono Corneto per tornare ai luoghi d'origine. Nel 1816 papa Pio VII negò ai frati la possibilità del ritorno assegnando la chiesa all'Orfanotrofio femminile di Corneto.
GLI ULTIMI ANNI L'edifcio, abbandonata dal 1819 a causa di un terremoto e riconosciuto Monumento Pubblico Nazionale nel 1875, fu danneggiato durante la seconda guerra mondiale e subì alcune depredazioni nel corso degli anni sessanta per essere infine affidato, a partire dal 1978, dalla Curia Vescovile, che ne è la proprietaria, e dalla Soprintendenza alle Antichità alla Scoietà Tarquiniense di Arte e Storia.


Tarquinia, Santa Maria in Castello

L'ESTERNO La chiesa, sia all'esterno che all'interno, presenta decorazioni cosmatesche realizzate a partire dal 1143 e fino al primo decennio del Duecento da numerosi artisti romani. La facciata, sulla quale svetta un campanile a vela, mostra tre portali ad arco (quello centrale realizzato da Pietro di Ranuccio nel 1143) sormontati da una bifora centrale e da monofore laterali mentre, curiosamente, la parete sinistra è aperta da un ampio rosone.


Tarquinia, Santa Maria in Castello
Rosone laterale

La chiesa è occupata da tre ampie navate, separate da due file di massicci pilastri i cui capitelli sono decorati (al pari di quelli, non portanti, di alcune semicolonne presenti nella zona centrale dell'edificio), da motivi vegetali e zoomorfi, e offre a fedeli e visitatori la possibilità di ammirare una bella vasca battesimale poligonale, il pulpito (del 1208) e un ciborio (realizzato da Giovanni e da Guittone di Niccolò della famiglia di Ranuccio nel 1168) caraterizzato da riccamente decorate colonnette (i cui esemplari originali furono trasferiti a Roma dal cardinale Paluzio Altieri nel 1672); il fondo della chiesa, coperta da volte a crociera con nervature in pietra e anticamente anche da una cupola (crollata nel 1819), è chiuso da tre absidi (poligonale quello centrale, circolari i due laterali) innalzati su un dirupo profondo e suggestivo come la storia della presenza umana nell'area delle città di Tarchna e Corneto/Tarquinia.


Tarquinia, Santa Maria in Castello



Tarquinia, Santa Maria in Castello
decorazione presente sul portale centrale



Tarquinia, Santa Maria in Castello
Ciborio



Tarquinia, Santa Maria in Castello
Ciborio



Tarquinia, Santa Maria in Castello
Pulpito



Tarquinia, Santa Maria in Castello
Vasca battesimale


PER MAGGIORI INFORMAZIONI:
Documento dedicato alla chiesa di Santa Maria in Castello
Pagina dedicata alla chiesa di Santa Maria in Castello
Voce tratta dal sito della Treccani

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Immagini e testi di Stefano Rosati

BOLSENA - CORPUS DOMINI

LE CHIESE DI CORNETO (parte I)