A pochi metri dall'Altare della Patria e dal Foro Romano, stretto tra via di San Pietro in Carcere, via del Clivo Argentario e via dei Fori Imperiali si trova quel che resta del primo "Foro imperiale" di Roma (finanziato in età repubblicana da chi imperatore non fu): il Foro di Cesare.
I FORI IMPERIALI
I Fori Imperiali erano ampli spazi recintati, e quindi visivamente e materialmente separati dal resto dell'antica Roma, edificati, principalmente per ospitare grandi templi (come il Tempio di Venere nel Foro di Cesare e il Tempio di Marte in quello di Augusto), nella zona dell'attuale via dei Fori Imperiali in un periodo compreso tra la seconda metà del I secolo aC e il II secolo dC.
Sulla destra dell'immagini sono visibili il Clivio Argentario e via di San Pietro iN Carcere
IL SIGNORE DI ROMA
Giulio Cesare, politico e generale romano, entrò fortemente in contrasto, terminata la conquista della Gallia, con l'oligarchico Senato di Roma, con il quale aveva vissuto un lungo periodo di aspri scontri e rivalità politica.
Il condottiero, dopo essere stato dichiarato nemico pubblico dalle isitituzioni romane, varcò il Rubicone con parte delle sue truppe, lasciando la colonia della Gallia Cisalpina ed entrando nel territorio romano per dirigersi verso la Città eterna.
A Roma, di fatto padrone della città, si trovava il generale Gneo Pompeo Magno, alleato di Cesare in occasione del primo triumvirato (insieme a Crasso) ma in quella storica occasione schierato dalla parte dei senatori; Pompeo, poichè le sue truppe erano in Spagna, si vide costretto, nel tentativo di arginare l'ascesa del suo vecchio socio (e suocero), ad abbandonare Roma in favore della Grecia, dove organizzò un grosso esercito.
Roma, Foro Romano, Curia Iulia
L'ddificio, chiamato in origine Curia Hostilia, era adibito solitamente alle riunioni del Senato Romano e, dopo i danni provocati da un incendio nel 52 aC, fu ricostruito da Giulio Cesare nel 44 aC.
L'oriente, però, non fu propizio al partito senatoriale e al suo campione; Giulio Cesare, infatti, sconfisse Pompeo a Farsalo nel 48 aC (gli ultimi pompeiani caddero a Tapso nel 46 aC e a Munda nel 45 aC) e si guadagnò il ruolo di unico grande protagonista della scena politica romana; Pompeo fuggì in Egitto, regno del quale aveva in precedenza difeso l'indipendenza e nel quale trovò la morte ad opera dei sicari di re Tolomeo XIII, fratello di Cleopatra intenzionato ad accattivarsi la simpatia di Cesare.
Amnistiati i nemici superstiti, Cesare iniziò a riordinare le istituzioni di Roma, ad esempio riformando la composizione del Senato e garantendo la cittadinanza agli abitanti dell'Italia settentrionale, e, contemporaneamente, cominciò ad accumulare cariche e magistrature come la dittatura a tempo indeterminato (nel 48 aC), la potestà tribunizia a vita, il titolo di Imperator (in seguito alla vittoria di Munda) e la dittatura a vita (nel fatidico 44 aC).
Roma, Area Sacra di Torre Argentina
Tra il teatro Argentina e il tempio circolare (Tempio della Fortuna del giorno presente) sorgeva anticamente la Curia di Pompeo, luogo della morte di Cesare
LE IDI DI MARZO
"..Cesare si abbandonò [..] alla base della statua di Pompeo, la quale insanguinata ne rimase, in guisa che pareva appunto Pompeo spettatore della vendetta del suo gran nimico.."
(brano tratto da Vite Parallele di Plutarco volgarizzate da Marcello Adriani)
La concentrazione di tanti poteri civili e militari nella persona di Cesare stava trasformando la repubblica romana in una monarchia e l'opposizione del Senato, non completamente sopita, favorì la formazione di una congiura, capeggiata da Bruto e Cassio, che, come è noto, portò all'omicidio del generale e politico romano in occasione delle idi di marzo (il giorno 15 del mese) dell'anno 44 aC; la tragica scena, fonte di ispirazione per tanti artisti nel corso dei secoli, si svolse presso la Curia Pompeia, edificata in precedenza da Pompeo nella zona dell'attuale Largo di Torre Argentina (probaabilmente nell'area occupata dalla strada oggi compresa tra l'omonima area archeologica e il Teatro Argentina), dove, colpito da 23 pugnalate, il corpo di Cesare giacque, privo di vita, ai piedi della statua raffigurante il grande rivale sconfitto a Farsalo.
Roma, Tempio del Divo Giulio
Augusto, figlio adottivo di Cesare e primo imperatore romano, fece edificare un tempio (dedicato nel 29 aC) nell'area del Foro Romano che ospitò la cremazione del corpo di Giulio Cesare.
Il luogo di culto, costruito su un alto podio, aveva sei colonne sulla fronte e era decorato con i rostri delle navi sottratte ad da Augusto ad Antonio e Cleopatra al termine della battaglia di Azio del 27 aC, decisiva per le sorti del fondatore dell'impero Romano e della stessa Roma.
Oggi del tempio di Cesare sono visibili solo i resti del nucleo cementizio.
I PREPARATIVI
Ritrovamenti archeologici recenti e fonti letterarie antiche indicano che l'area attualmente occupata dai resti del Foro di Cesare fosse fortemente abitata, prima della costruzione dello stesso, e che Cesare, intenzionato ad affiancare al tradizionale Foro Romano un nuovo spazio urbano per adeguare gli ambienti amministrativi e giudiziari di Roma alla nuova dimensione dell'Urbe, fosse chiamato a sostenere un notevole sforzo economico (spendendo forse addirittura cento milioni di sesterzi) per entrare in possesso dei terreni necessari ai lavori; Cicerone, a tal proposito, scrive in una lettera di aver ricevuto da Cesare l'incarico di acquistare le proprietà.
Roma, veduta del Foro Romano
GLI OBIETTIVI
La costruzione del Foro, inevitabilmente e profondamente legato al ricordo della Gens Julia, modificò profondamente l'aspetto della città, alterando ad esempio il percorso del Clivo Argentario (ancora oggi visibile ai piedi del Campidoglio).
I lavori iniziarono intorno al 54 aC (prima dell'ascesa al potere di Giulio Cesare) mentre l'ianugurazione avvenne nel 46 aC, in occasione del trionfo di Cesare; l'opera fu infine completata da Augusto, che ricorda l'episodio nelle sue Res Gestae, nel 29 aC.
Roma, Ara Pacis, Res Gestae Divi Augusti
Il nuovo spazio urbano fu pensato per ospitare affari pubblici e non era destinato ai commerci; il foro dievnne presto testimone degli atteggiamenti monarchici di Cesare, degni di un sovrano ellenistico e poco adatti ad un magistrato romano (Cesare ricevette addirittura i senatori restando seduto al centro del tempio).
Ritratto di Giulio Cesare
LA PIAZZA DEL FORO
Il Foro era occupato da una grande piazza rettangolare e allungata (di mt. 100x50 circa) che, pavimentata in travertino, era chiusa su tre lati da portici a due navate (con l'eccezione del portico d'ingresso a navata unica) formati da colonne di marmo di Luni (antica città dell'Etruria) e sul lato settentrionale (con la fronte rivolta verso la regione oggi occupata dal Colosseo) dal Tempio di Venere Genitrice (madre di Enea, il fondatore della gens Iulia cui Cesare apparteneva).
Roma, statua raffigurante Enea insieme al padre e al figlio
Due absidi, posizionati alla fine dei portici laterali, erano finalizzati, insieme all'abside del tempio, al contenimento della sella montuosa posta sul margine settentrionale del Foro e demolita in età traianea.
La piazza era probabilmente dominato da una statua equestre bronzea di Cesare mentre il Foro accoglieva anche una pinacoteca presso la quale, accanto a sculture e opera d'arte di vario tipo, erano stati riuniti quadri realizzati dai più grandi pittori greci quali, ad esempio, Timomaco di Bisanzio; il museo ospitava aanche un ritratto di Cleopatra, la regina d'Egitto amata da Cesare.
Numerosi locali, allineati ma di dimensioni differenti, furono edificati a ridosso del portico occidentale del Foro; tradizionalmente considerati spazi commerciali (tabernae) furono in realtà utilizzati per ospitare uffici pubblici dell'antica Roma.
IL TEMPIO DI VENERE GENITRICE
Il Tempio di Venere Genitrice, i cui resti visibili risalgono al periodo di Traiano, era riccamente decorato e presentava otto colonne sulla fronte e nove sui lati lunghi (si trattava di un tempio periptero sine postico); il luogo di culto ospitava la statua della divinità, realizzata dalla sculture greco Archesilao.
La cella del tempio era pavimentata con lastre rettangolari di giallo antico, bordate in pavonazzetto, e sulle pareti mostrava due ordini di decorazioni.
Ricostruzione del Foro di Cesare (sul fondo il Tempio di Venere Genitrice)
Cesare aveva fatto voto di erigire un tempio in onore di Venere nel 48 aC, prima della battaglia che lo vide trionfare a Farsalo contro Pompeo Magno; a Venere era stato già dedicato il tempio innalzato sulla sommità della cavea del Teatro di Pompeo presso il Campo Marzio.
I RESTAURI
Ritocchi e modifiche furono apportati al Foro e all'area circostante prima da Domiziano, che restaurò il Tempio di Venere danneggiato da un incendio, e da Traiano, che ad esempio fece costruire un portico a ridosso dello stesso tempio(portico oggi indentificato con la Basilica Argentaria, un luogo utilizzato per commerciare vasellame di bronzo e d'argento e adibito a scuola in epoca tardo-antica), e poi da Diocleziano e Massenzio, chiamati a riparare i danni causati da un nuovo incendio scoppiato nel 283 dC. (durante il principato di Carino).
Colonna Traiana (copia), alcuni nobili della Dacia si inchinano davanti all'imperatore Traiano
LA DECADENZA
La decadenza del Foro cominciò nel corso del VI secolo dC, quando nell'area iniziarono ad accumularsi detriti e rifiuti; le lastre che componevano la pavimentazione furono asportate nel IX secolo e sostituite da coltivazioni circondate da povere abitazioni fatte di argilla e materiali di recupero, più simili forse alle capanne della Roma primordiale che agli edifici monumentali di età imperiale.
Le abitazioni furono in seguito abbandonate a causa dell'impaludamento cui si rivelò soggetto il territorio mentre resistette l'utilizzo dell'area a scopo agricolo.
Il Foro finì definitivamente nell'oblio a causa degli spostamenti di terra provocati dalle azioni intraprese per bonificare l'area e delle spoliazioni sistematiche cui fu sottoposto a partire dal XIII secolo.
Roma aveva ormai dimenticato il più antico dei suoi Fori Imperiali, voluto da uno dei suoi più illustri cittadini.
Roma, Foro di Cesare in decadenza
La posizione esatta del Foro di Cesare fu identificata definitivamente soltanto nel corso degli scavi effettuati tra il 1930 e il 1934, quasi due millenni dopo la sua inaugurazione.
PER MAGGIORI INFORMAZIONI:
Pagina dedicata al Foro di Cesare dal sito della Sovraintendenza Capitolina
Pagina dedicata al Foro di Cesare dal sito del Museo dei Fori Imperiali
Sito dedicato ai Fori Imperiali
Articolo dedicato al Foro di Cesare (da Domiziano a Traiano)
Voce della Treccani dedicata a Giulio Cesare
Voce della Treccani dedicata a Pompeo Magno
Voce della Treccani dedicata a Tolomeo XIII
Voce della Treccani dedicata a Gaio cassio Longino
Voce della Treccani dedicata a Marco Giunio Bruto
Articolo del Corriere della Sera dedicata alla Curia di Pomepo e all'assassinio di Cesare
Vite Parallele di Plutarco, da Google Books
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Testo e immagini di Stefano Rosati