Il Castello della Badia
Edificato sulla riva sinistra del Fiora e in parte circondato da un fossato, il suggestivo e medievale Castello della Badia domina, con le sue scure mura intervallate da basse torri a pianta semiellittica e da due grandi torrioni, il pianoro un tempo controllato dalla città etrusca di Vulci, vegliando il vicino e inconfondibile ponte di origine etrusca.
Vulci, Ponte della Badia
UN'ANTICA ABBAZIA
Nella zona occupata dall'edificio, all'alba del IX* secolo, si trovava un'Abbazia fortificata, la chiesa di San Mamiliano fatta costruire dai nobili longobardi Faulo e Autari e aoccupata da monaci benedettini; questa presenza riemerge dagli abissi della storia nel nome utilizzato per individuare l'attuale castello.
Il ponte e il castello della Badia in un acquerello di S.J. Ainsley (1842)
INCURSIONI
L'Abbazia fu costruita per proteggere la popolazione locale e il ponte, strategicamente importante, dalle incursioni saracene che, alcuni chilometri più a sud, spinsero gli abitanti dell'attuale Civitavecchia ad abbandonare la cittadina costiera per rifugiarsi nell'entroterra e fondare la più sicura città di Leopoli; gli attacchi dei saraceni forse causarono anche la distruzione della stessa abbazia.
Vulci, Castello della Badia
Mura e fossato
UNA FORTEZZA CONTESA
Conteso dagli Aldobrandeschi, dai Di Vico e dal Comune di Orvieto, il castello assunse l'attuale aspetto fortificato nel corso del XII° secolo, fu forse occupato dai Templari nel XIII° e utilizzato per ospitare i pellegrini diretti a Roma e fu infine assegnato, a partire dal 1430, a Ranuccio Farnese; presso la rocca, agli inizi del XV° secolo, soggiornò anche Alessandro Farnese, divenuto in seguito Papa con il nome di Paolo III e probabilmente finanziatore dei lavori che permisero la costruzione degli spazi attualmente occupati dal Museo Archeologico Nazionale di Vulci (1975) con i corredi delle tombe di Vulci e con reperti (tra cui buccheri e ceramiche decorate) relativi ad un periodo compresso tra il III° millennio aC e l'età romana.
Castello della Badia, Museo Archeologico Nazionale di Vulci
Olpe corinzia con immagini di sfingi, leoni, cinghiali e figure umane alate
GLI ULTIMI SECOLI
La fortezza fu controllata dal Ducato di Castro dal 1537 al 1649, quando fu reintegrata nei possedimenti della Camera Apostolica.
Dopo essere stata acquistata da Luciano Bonaparte, fratello di Napoleone e Principe di Canino, la Rocca passò ad Alessandro Torlonia e in seguito, caduta in rovina, ospità la dogana pontificia; il castello fu infine comprato dallo Repubblica Italiana alla metà degli anni '60.
PER MAGGIORI INFORMAZIONI:
Sito del Museo Archeologico Nazionale di Vulci
Pagina dedicata al Castello dal sito del Parco di Vulci
Pagina dedicata al Castello dal sito della Pro Loco Roma
Voce dedicata a Vulci dal sito della Treccani
Velx: Ascesa e caduta della Vulci etrusca
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Immagini e stesto di Stefano Rosati