"PREFIERO MORIR DE PIE
QUE VIVIR DE RODILLAS"

(Emiliano Zapata)

ARCHIVIO

ARCHIVIO FOTOGRAFICO

SANTA MARIA DELLA VERITA' E GLI AFFRESCHI DI LORENZO DA VITERBO


La Chiesa di Santa Maria della Verità, austera nell'aspetto esterno, sorge accanto all'attuale Museo Civico di Viterbo, ospitato dagli ambienti del convento affacciato sul chiostro della chiesa stessa, nei pressi del tratto settentrionale delle mura cittadine, dove l'ingresso nel cuore della città è regolato dalla Porta della Verità.

Viterbo, facciata della chiesa di Santa Maria della Verità

FONDAZIONE E SVILUPPO La fondazione dell'edificio, costituito oggi da un'unico ampio spazio a croce latina, risale al XIII secolo e, secondo una tradizione locale, avvenne ad opera dei monaci regolari premostratensi, che dedicarono la Chiesa originaria a San Macario; i monaci, nel corso dello stesso XIII secolo, si trasferirono a Roma e la chiesa passò all'ordine dei Servi di Maria, i quali decisero di dedicare il luogo di culto alla Madonna e scelsero il titolo di S. Maria della Verità.
La notizia, diffusa alla metà del XV secolo, di un'apparizione della Madonna all'interno della chiesa, cambiò radicalmente la storia del luogo di culto viterbese; l'edificio, trasformato in santuario, cominciò a ricevere cospicue donazioni e furono notevokmente arricchite le sue decorazioni mentre le famiglie nobili e ricche lo scelsero per edificare altari e ricavare ambienti cultuali come la famosa Cappella Mazzatosta.

Deposizione (secolo XVI), Costantino di Jacopo Zelli
Viterbo, Museo Civico
La tavola fu commissionata all'autore dall'Arte dei Muratori di Viterbo agli inizi del XVI secolo e raffigura Cristo (in primo piano) sostenuto dalla Madonna con, ai lati, Maria Maddalena e San Giovanni Evangelista e, alle spalle, San Giovanni Battista e San Pietro, San Giacomo Maggiore, un Santo Vescovo, San Paolo, Sant'Antonio da Padova. Sullo sfondo, dominato dal croci del calvario, si trovano Giacobbe e S. Cristoforo con il Bambino.


Deposizione (particolare), Costantino di Jacopo Zelli
Viterbo, Museo Civico.

LA CAPPELLA MAZZATOSTA Lo spazio finanziato dall'aristocratico Nardo Mazzatosta si trova sul lato destro della chiesa, poco dopo il portale d'ingresso, e fu decorato dal pittore quattrocentesco Lorenzo da Viterbo, il cui ritratto è oggi esposto accanto alla cappella stessa.
La cappella, probabilmente uno dei luoghi artisticamente più belli della città, risale alla metà del XV secolo e presenta una pianta quadrangolare, caratterizzata dal pavimento realizzato in piastrelle di maiolica dal ceramista quattrocentesco Paolo di Nicola, e forme tardo-gotiche esaltate dal ciclo pittorico ultimato nel 1469 dal talentuoso, ma poco conosciuto, Lorenzo da Viterbo, del quale si è conservata solo un'altra opera, presso Cerveteri.

Viterbo, Chiesa di Santa maria della Verità, Cappella Mazzatosta

Gli affreschi, distrutti dalle bombe della seconda guerra mondiale e ricostruiti dall'Istituto Centrale per il Restauro, raffigurano scene della vita di Maria: l'Annunciazione (della quale si è conservato solo l'Angelo) e l'Adroazione del Bambino sulla destra, l'Assunzione della Vergine tra gli Angeli e gli Apostoli sulla parete di fondo (dove si trova l'altare con una scultura raffigurante la Madonna col Bambino dentro una mandorla sorretta da Angeli), la Presentazione di Maria al Tempio e lo Sposalizio di Maria rispettivamente in alto e in basso sulla parete di sinistra.

Viterbo, Chiesa di Santa maria della Verità, Cappella Mazzatosta
Adorazione del Bambino

Viterbo, Chiesa di Santa maria della Verità, Cappella Mazzatosta
Sposalizio di Maria


Viterbo, Chiesa di Santa maria della Verità, Cappella Mazzatosta
Presentazione di Maria al Tempio

Lo Sposalizio, in particolare, ritrae membri delle potenti famiglie viterbesi dei Gatti e dei Maganzesi, protagoniste degli scontri cittadini tra guelfi e ghibellini e raffigurati, in occasione di una faticosa pacificazione cittadina, in una simbolica scena matrimoniale; l'opera di Lorenzo è custodita dall'alto del sottarco e della volta dalle immagini di alcuni profeti e santi e da qualle di un evangelista.

Viterbo, Chiesa di Santa maria della Verità, Cappella Mazzatosta
Particolare della Volta


LAVORI IN CORSO Molte cappelle della chiesa di Santa Maria della Verità furono, inoltre, finanziate o scelte per funzioni e preghiere dalle maggiori corporazioni viterbesi: i maestri della pietra finanziarono una cappella nel 1468, i tessitori e i lanaioli erano soliti pregare nella cappella dell'Assunzione e i muratori in quella del Crocifisso.
La maggior parte di questi ambienti non è oggi visibile; molte cappelle sono state infatti murate nel corso degli anni e la loro antica presenza è testimoniata soltanto dalle arcate in peperino presenti in coincidenza delle antiche soglie.


Viterbo, Chiesa di Santa maria della Verità, Arco quattrocentesco

LE DECORAZIONI La cappella ospitata dal braccio destro del transetto è invece ancora visibile e ospita un altare barocco accompagnato da una tela settecentesca, attribuita a Ludovico Mazzanti, ritraente l'Immacolata Concezione.
Il braccio opposto del transetto, chiuso da un grande arco quattrocentesco a tutto sesto affacciato sull'attuale sacrestia, ospita i resti di numerosi affreschi; queste pitture rappresentano diversi soggetti religiosI: un Vescovo tra Angeli (XVI secolo), una Madonna Lactans (XIV secolo), S. Fabiano Papa tra i santi Sebastiano e Rocco (XV secolo), una suggestiva Trinità (XV secolo) e una Stigmatizzazione di San Francesco (XV secolo).

Viterbo, Chiesa di Santa maria della Verità, Trinità

Sulla parete di sinistra della chiesa si trova un affresco, risalente al XVI secolo, che raffigura la Madonna in trono e i santi Giovanni Battista e Antonio Abate; la rappresentazione, al di sotto della pittura, di un taglialegna al lavoro, datata agli inizi del XVII secolo, conferma il legame tra la chiesa di Santa Maria della Verità e le corporazioni cittadine.

Viterbo, Chiesa di Santa maria della Verità, Maddona in trono con San Giovanni battista e Sant'Antonio Abate

VICENDE RECENTI Il chiostro di Santa Maria della Verità, oggi unito al confinante Museo Civico, mostra elementi gotici ed è caratterizzato dalle eleganti polifore del piano terre e dal loggiato, restaurato in epoca rinascimentale, del primo piano.
La chiesa, allontanati nel 1873 i monaci a causa della soppressione delle congregazioni religiose, accolse nel 1912 la collezione di materiali archeologici in precedenza ospitata presso Palazzo dei Priori e successivamente trasferita nel convento confinante con la chiesa stessa; il 19 marzo 1961 Santa Maria della Verità tornò ad essere un luogo di culto.

Viterbo, Museo Civico, Chiostro



LINK UTILI:
Voce dedicata ai Premostratensi dal sito della Treccani
Voce dedicata al pittore Lorenzo da Viterbo dal sito della Treccani


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Testi e fotografie di Stefano Rosati

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