"PREFIERO MORIR DE PIE
QUE VIVIR DE RODILLAS"

(Emiliano Zapata)

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VITERBO
SANTA ROSA

I viterbesi, giovedi 3 settembre 2015 (dalle ore 21.00), renderanno omaggio alla loro Santa con il suggestivo e tradizionale

TRASPORTO DELLA MACCHINA DI SANTA ROSA


Viterbo
La macchina, il cui Trasporto è considerato patrimonio immateriale dell'umanità dall'Unesco, attraverserà, sostenuta e guidata dai Facchini di Santa Rosa, le vie del centro storico di Viterbo, le cui luci saranno rigorosamente spente, spostandosi, lungo un percorso di circa 1200 metri, da Porta Romana al Santuario di Santa Rosa.

LE TAPPE
I Facchini effettueranno soste presso Piazza Fontana Grande, Piazza del Plebiscito (di fronte al Comune), Piazza delle Erbe, Corso Italia (davanti alla Chiesa di Santa Maria del Suffragio e nei pressi della Chiesa di Sant'Egidio) e Piazza Verdi (o del Teatro). Il tratto conclusivo, forse il più emozionante per gli spettatori, sarà compiuto dai Facchini percorrendo, quasi a passo di corsa e con l'aiuto di corde e leve, una ripida salita.
Viterbo, Porta Romana

Viterbo, Piazza Fontana Grande

Viterbo, Piazza del Plebiscito

LA STORIA DI SANTA ROSA Figlia probabilemnte di due agricoltori residenti nella contrada di Santa Maria in Poggio, Rosa entrò a 16 (o forse 17) anni fra le terziarie di San Francesco.
La giovane, dopo essere guarita da una grave malattia, cominciò a percorrere le strade di Viterbo con una piccola croce, o un'immagine sacra, pregando ed esortando all'amore verso Gesù e alla fedeltà alla Chiesa.
Viterbo stava vivendo anni difficili a causa dello scontro fra l'imperatore Federico II e il papato; la città era controllata dal partito ghibellino, fedele al sovrano e avverso al papa, e le autorità locali, infastidite dalla predicazione di Rosa, allontanarano la giovane che, insieme alla sua famiglia, si stabilì a Soriano del Cimino.
Dopo la morte di Federico II, avvenuta nel 1250, Viterbo tornò sotto il controllo della Chiesa ma le preghiere di Rosa non tornarono a risuonare lungo le strade cittadine: la Santa morì infatti, nel 1251 (o nel 1252) e prima dei venti anni, senza aver ripreso le sue predicazioni.
Inumato in un primo momento presso la chiesa di Santa Maria in Poggio, il corpo di Rosa fu in seguito traslato al monastero delle Clarisse, oggi conosciuto come Santuario di Santa Rosa, su ordine di papa Alessandro IV, forse residente in quel periodo a Viterbo.





Viterbo, Chiesa di Santa Rosa


LE ORIGINI DEL TRASPORTO Le origini del Trasporto della Macchina di Santa Rosa affondano le loro radici nel medioevo. Durante la seconda metà del XIII secolo i viterbesi, infatti, celebrarono per la prima volta la loro Santa rappresentando, con il trasporto di una statua (o di un'icona), la processione, avvenuta il 4 settembre 1258, durante la quale il corpo di Santa Rosa era stato trasferito presso il Santuario.
Quella rievocazione costituisce il primo trasporto della storia, l'alba di una tradizione che, da quell'epoca remota, ha accompagnato i viterbesi fino al giorno d'oggi.
La Macchina è cambiata molte volte nel corso degli anni e dall'iniziale statua / icona raffigurante la Santa si è passati all'attuale gigantesca scultura.
Il Trasporto del 2015 avverrà con una nuova Macchina, in uso per cinque anni e quindi fino al 2019, battezzata Gloria.



PER MAGGIORI INFORMAZIONI:
Sito dedicato al Trasporto
Diretta streaming del Trasporto
Santa Rosa e l'Unesco

Testi e immagini di Stefano Rosati

TARQUINIA - IL PAESE DEI BALOCCHI

ORTE - OTTAVA DI SANT'EGIDIO