Eracle a Tarquinia

"PREFIERO MORIR DE PIE
QUE VIVIR DE RODILLAS"

(Emiliano Zapata)

ARCHIVIO

ARCHIVIO FOTOGRAFICO

TARQUINIA
MOSTRA DEDICATA AD ERACLE

Il Museo Archeologico Nazionale Tarquiniese a Tarquinia (VT) accoglierà, fino al 31 ottobre 2015, la mostra

IL MARE SI FA ORO
ERACLE E IL SALE



L'opera, vicina a quelle di Lisippo, fu rinvenuta nell'area del Foro Boario, all'epoca di Papa Sisto IV, ed era utilizzata come simulacro di culto presso un tempio dedicato all'eroe greco. L'esposizione, curata dalla Soprintendenza Archeologica del Lazio e dell'Etruria Meridionale nell'ambito del progetto "Experience Etruria" e quindi legata all'EXPO di Milano, è dedicata ad Eracle e al mondo della cucina e dell'allevamento degli antichi e offrirà ai visitatori la possibilità di ammirare vasi raffiguranti l'eroe greco oppure animali e oggetti legati al mondo del banchetto.

INFORMAZIONI
La mostra sarà visitabile pagando il biglietto d'ingresso al museo.
Per ulteriori informazioni si può contattare il Museo al numero 0766.856036.

ERACLE
Eracle (Ercole nel mondo romano) è uno dei personaggi più noti della mitologia classica ed è, allo stesso tempo, una delle figure portanti della grecità.
Figlio di Zeus e di Alcmena, Eracle è un eroe e un semidio segnato da un carattere talvolta violento e aggressivo, tanto da uccidere il maestro Lino e addirittura tre dei propri figli, e dotato di una forza proverbiale, emersa già durante la gioventù. L'eroe, per guadagnare l'immortalità ed espiare la colpa dovuta all'uccisione dei figli, fu obbligato dall'oracolo di Delfi a prestare servizio presso il pavido Euristeo (re di Tirinto) che gli impose le note "dodici fatiche" e infine morì a causa della seconda moglie Deianira che, facendogli indossare una tunica bagnata con il sangue velenoso del vendicativo centauro Nesso, inconsapevolmente lo uccise.

Musei Capitolini, Statua di Ercole in bronzo dorato (II secolo dC)
L'opera, vicina a quelle di Lisippo, fu rinvenuta nell'area del Foro Boario, all'epoca di Papa Sisto IV, ed era utilizzata come simulacro di culto presso un tempio dedicato all'eroe greco.

Le dodici fatiche, in particolare, condussero Eracle a soffocare il leone di Nemea (tremendo mangiatore di uomini), ad uccidere l'idra di Lerna (un serpente a più teste), a catturare il cinghiale di Erimanto e la cerva di Cerinea (sacra ad Artemide), a liberare una foresta dagli uccelli del lago Stinfalo (predatori dei raccolti), a pulire le stalle del re Augia (deviando il corso di due fiumi), a cimentarsi con il toro di Creta e le giumente (che si cibavano di carne umana) di re Diomede di Tracia, ad impossessarsi della cintura di Ippolita (la regina delle Amazzoni) e dei buoi del gigante a tre teste Gerione (che abitava nell'estremo occidente), a domare Cerbero (un mostruoso cane infernale con tre teste e coda di serpente) e infine a conquistare i pomi delle Esperidi (custodite da un drago immortale).

Roma, Musei Capitolini, Ritratto di Commodo
L'imperatore romano Commodo fu ritratto tra il 191 e il 192 dC a somiglianza di Ercole, con la pelle di leone, la clava e i pomi delle Esperidi.

L'eroe ha ispirato per secoli artisti e letterati; l'iconografia greco-romana associò spesso ad Eracle la clava e la pelle di leone oppure l'arco e la faretra mentre le sue vicende ispirarono prima i tragici Sofocle ed Euripide e poi Ovidio, Virgilio e Seneva.



PER MAGGIORI INFORMAZIONI:
Pagina dedicata all'evento
Voce dedicata dal sito della Treccani ad Eracle
Voce dedicata dal sito della Treccani a Deianira
Voce dedicata dalla Treccani alle dodici fatiche
Pagina dedicata all'Ercolo dei Musei Capitolini

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di Stefano Rosati

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