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CAPPELLA SISTINA ARTE DIVINA
"Gli affreschi che qui contempliamo ci introducono nel mondo dei contenuti della Rivelazione. Le verità della nostra fede ci parlano qui da ogni parte. Da esse il genio umano ha tratto la sua ispirazione impegnandosi a rivestirle di forme di ineguagliabile bellezza"
(San Giovanni Paolo II, Omelia pronunciata durante la Santa Messa celebrata l'8 aprile 1994 in occasione della fine del restauro del Giudizio universale)
Roma, Basilica di San Pietro
LA CAPPELLA
La storia della Cappella Sistina, voluta da Sisto IV della Rovere (pontefice dal 1471 al 1484) in sostituzione della più antica Cappella Magna e attualmente inserita nel percorso dei Musei Vaticani, inizia il 16 agosto del 1483, quando, sei anni dopo l'inizio dei lavori di restauro ordinati dal pontefice (conclusi nel 1480) e al termine degli interventi finalizzati alla realizzazione delle decorazioni (eseguiti tra il 1481 e il 1482), il Papa consacrò il rinnovato luogo di culto dedicandolo all'Assunta.
Alle decorazioni parietali fu assegnato il compito di illustrare le Storie di Cristo, di Mosè e dei Pontefici; le pitture furono realizzate da artisti quali Pietro Vannucci detto il Perugino (autore della nota Consegna delle Chiavi), Sandro di Mariano Filipepi detto il Botticelli, Domenico Bigordi detto il Ghirlandaio, Luca Signorelli e Cosimo Rosselli.
Cappella Sistina, Consegna delle Chiavi (Perugino)
CREPE
La Cappella iniziò a mostrare, all'inizio del pontifcato di Giulio II della Rovere (Papa dal 1503 al 1513 e nipote di Sisto IV) gravi problemi statici, dovuti probabilmente ai lavori eseguiti nei dintorni dell'edifico per la costruzione della Torre Borgia e della nuova Basilica di San Pietro.
L'intervento di stabilizzazione realizzato, in seguito all'apertura nella volta della Cappella di una lunga crepa nel maggio 1504, dall'architetto Donato Bramante, che mise in opera alcune catene nel locale soprastante la Cappella, danneggiò notevolmente la pittura originaria della volta, ultimata da Pier Matteo d'Amelia e raffiugante un cielo stellato, spingendo il Papa ad affidare a Michelangelo Buonarroti la realizzazione di un nuovo affresco in quella parte dell'edifico.
MICHELANGELOIl grande artista accettò il lavoro, che si presentò particolarmente scomodo a causa della posizione elevata e non verticale della superficie da affrescare; le difficoltà incontrate durante la decorazione della volta sono descritte in un sonetto dai toni burleschi:
"I' ho già fatto un gozzo in questo stento,
coma fa l'acqua a' gatti in Lombardia
o ver d'altro paese che si sia,
c'a forza 'l ventre appicca sotto 'l mento.
La barba al cielo, e la memoria sento
in sullo scrigno, e 'l petto fo d'arpia,
e 'l pennel sopra 'l viso tuttavia
mel fa, gocciando, un ricco pavimento.
E' lombi entrati mi son nella peccia,
e fo del cul per contrapeso groppa,
e ' passi senza gli occhi muovo invano.
Dinanzi mi s'allunga la corteccia,
e per piegarsi adietro si ragroppa,
e tendomi com'arco sorïano.
Però fallace e strano
surge il iudizio che la mente porta,
ché mal si tra' per cerbottana torta.
La mia pittura morta
difendi orma', Giovanni, e 'l mio onore,
non sendo in loco bon, né io pittore."
(Rime di Michelangelo Buonarroti, V)
Cappella Sistina, Volta
Michelangelo, nonostante le scomodità, realizzò uno dei suoi lavori più noti, caratterizzato dalla presenza di dodici Veggenti (Profeti e Sibille, sui lati), degli Antenati di Cristo (nelle Vele e nelle Lunette), di Episodi legati alla salvazione del polo d'Israele (nei Pennacchi angolari) e di nove Storie raffiguranti fatti della Genesi (nella porzione centrale); il maestoso lavoro fu completato entro il 31 ottobre 1512 poichè il Papa celebrò la messa nella Cappelle il 1° novembre dello stesso anno.
LA VOLTA
Le Storie centrali sono suddivise in gruppi tematici relativi all'origine dell'universo (Separazione della luce dalle tenebre, Creazione degli astri e delle piante, Separazione della terra dalle acque), dell'uomo (Creazione di Adamo e di Eva, Peccato originale, Cacciata dal Paradiso Terrestre) e del male (Sacrificio di Noè, Diluvio Universale, Ebbrezza di Noè).
I Profeti e le Sibille, seduti su troni monumentali e identificati da una targa, sono considerati, rispettivamente per le intuizioni e per le doti di indovine, anticipatori della venuta di Cristo presso il popolo d'Israele e tra i pagani e rappresentano l'attesa della Redenzione da parte dell'umanità.
Cappella Sistina, Volta
IL GIUDIZIO UNIVERSALE
Clemente VII de' Medici, alla fine del 1533, assegnò a Michelangelo un secondo incarico nella Cappella Sistina: la realizzazione del Giudizio Universale sulla parete d'altare. L'affresco di Michelangelo, dipinto in sostituzione di alcune delle pitture quattrocentesche (compresi due episodi delle storie di Mosè e di Cristo), rappresenta il ritorno glorioso di Cristo (privo di barba) alla fine dei tempi e fu realizzato durante il pontificato di Paolo III Farnese, tra il 1536 e il 1541.
Cappella Sistina, Giudizio Universale
La figura di Cristo è dipinta nell'imminenza del Giudizio ed è accompagnata da quella della Madonna, non più in grado di intervenire sul verdetto finale e quindi rassegnata in attesa dello stesso; leggermente più distanti si trovano le immagini dei Santi e degli Eletti: San Pietro con le chiavi, San Lorenzo con la graticola, San Bartolomeo con la propria pelle (probabilmente un autoritratto di Michelangelo), Santa Caterina d'Alessandria con la ruota dentata, San Sebastiano con le frecce.
Cappella Sistina, Giudizio Universale (con l'autoritratto di Michelangelo)
Nella parte inferiore dell'affresco si trovano, sulla sinistra, i risorti che recuperano i corpi e si dirigono verso il cielo e, sulla destra, i condannati all'inferno; al centro gli angeli dell'Apocalisse suonano lunghe trombe per risvegliare i morti.
Le due lunette superiori sono invece decorate con angeli chiamati a sostenere i simboli della Passione di Cristo: la Croce, i dadi, la corona di spine (a sinistra), la colonna della Flagellazione, la scala e l'asta con la spugna imbevuta d'aceto (a destra).
Cappella Sistina, Giudizio Universale (Angeli che suonano le trombe del Giudizio)
LE BRAGHE
Le immediate polemiche suscitate dalla presenza nell'affresco di numerosi corpi nudi spinsero la Congregazione del Concilio di Trento, dicastero fondato da Pio IV nel 1564 per interpretare i decreti disciplinari dell'omonimo Concilio (riunito nel tentativo di riconciliare protestanti e cattolici e per riformare la chiesa di Roma), ad ordinare la copertura di alcune parti, ritenute oscene, della gigantesca pittura; la censura fu affidata a Daniele da Volterra, noto per questo motivo come il Braghettone.
RIFACIMENTI E RESTAURI
Durante la seconda metà del XVI secolo furono ridipinti, ad opera di Hendrik van den Broeck e di Matteo da Lecce, gli affreschi della parete d'ingresso, danneggiati da un crollo e originariamente realizzati dal Ghirlandaio e dal Signorelli per narrare, rispettivamente, la Resurrezione di Cristo e la Disputa sul corpo di Mosè.
La Cappella Sistina, restaurata tra il 1979 e il 1999, è oggi universalmente nota per la sua bellezza e per il ruolo svolto dalla stessa al momento della scelta del nuovo Vescovo di Roma; la Cappella ospita infatti il Conclave per l'elezione del Papa.
PER MAGGIORI INFORMAZIONI
Storia della Cappella Sistina
La volta della Cappella Sistina
Voce dedicata al Giudizio Universale
La Congregazione del Concilio di Trento
Voce dedicata al Botticelli dal sito della Treccani
Voce dedicata al Ghirlandaio dal sito della TReccani
Voce dedicata a Luca Signorelli dal sito della Treccani
Voce dedicata al Perugino dal sito della Treccani
Voce dedicata a Cosimo Rosselli dal sito della Treccani
Voce dedicata a Michelangelo Buonarroti dal sito della Treccani
Voce dedicata a Matteo da Lecce dal sito della Treccani
Voce dedicata al Braghettone dal sito della Treccani
Voce dedicata a Sisto IV dal sito della Treccani
Voce dedicata a Paolo III dal sito della Treccani
Voce dedicata a Giulio II dal sito della Treccani
Voce dedicata a Clemente VII dal sito della Treccani
Le Rime di Buonarroti (da liberliber.it)
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di Stefano Rosati
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