Terra fertile, mare limpide, popolazioni laboriose e intraprendenti: l'isola di Creta nel III millennio prima di Cristo, l'isola di Creta durante l'età del bronzo antico.
CRONOLOGIA
L'età del bronzo a Creta, la grande isola a sud della Grecia, va dall'inizio del III alla fine del II millenniio aC. Il celebre archeologo britannico Arthur Evans, scopritore sull'isola del palazzo di Cnosso, suddivise questa epoca storica in tre periodi: bronzo antico (detto anche antico minoico), bronzo medio (medio minoico) e bronzo tardo (tardo minoico).
Alternativamente l'età del bronzo antico a Creta può essere definita come parte del periodo prepalaziale, fase storica compresa tra il 2900 aC e il 1900 aC.
I COLONIZZATORI
L'età del bronzo antico cretese cominciò con un evento piuttosto raro nella storia antica dell'isola: una colonizzazione.
Dalle sponde dell'Anatolia nord-occidentale alcune antiche popolazioni probabilmente non indoeuropee si spostarono prima sulle Cicladi, arcipelago utilissimo agli antichi naviganti del mar Egeo, e poi raggiunsero l'isola di Creta.
Questo episodio sembra dimostrato dal rinvenimento a Creta di oggetti in ceramica simili a quelli utilizzati nell'Anatolia nord-occidentale.
Questa antichissima migrazione segnò la storia cretese del III e del II millennio aC poichè fu fondamentale per la nascita e la fioritura della civiltà, detta minoica, che nel corso del II millennio illuminò l'isola.
Un esempio evidente del ruolo interpretato dai colonizzatori anatolici nello sviluppo culturale dell'isola è rappresentato dalla lingua parlata, dopo il loro arrivo, dalle popolazioni cretesi e immortalata, nel corso del II millennio, prima nelle scrittura geroglifica cretese e poi nella scrittura lineare A.
Questa lingua infatti non aveva radici indoeuropee e, probabilmente, giunse a Creta al seguito degli anatolici, partiti prima dell'arrivo in Anatolia delle genti indoeuropee.
GLI INSEDIAMENTI
Creta attraversò nel corso del III millennio una profonda, ma territorialemnte non uniforme, mutazione della sua organizzazione sociale ed economica, evidenziata ad esempio dallo sviluppo delle attività agricole e pastorali e dall'utilizzo dei metalli.
La società cretese del III millennio aC può essere studiata grazie ai reperti emersi durante gli scavi archeologici effettuati a Creta nel XX secolo.
I centri abitati rimasero simili a quelli del periodo neolitico, epoca particolarmente interessante nell'area di Cnosso, ma crebbero nelle dimensioni, almeno in parte, e nel numero.
I vani delle novanta abitazioni che formavano il villaggioa di Myrtos, sulla costa meridionale dell'isola, avevano funzioni diverse. Il villaggio venne abitato in due fasi successive e, durante la seconda fase, le mura delle case furono intonacate e, talvolta, dipinte di rosso.
Nel villaggio di Vasiliki, nella zona orientale dell'isola, sono emerse abitazioni, come la "casa rossa", costruite, per l'epoca, particolarmente bene.
Nella zona di Chanià, parte occidentale dell'isola, è stato rinvenuto il piccolo insediamento di Debla, caratterizzato dalle presenza di abitazioni con mura di pietre non lavorate e pavimenti in terra battuta. Il sito ha restituito molti vasi e alcuni oggetti di pietra, lisciatoi e lame. La parte occidentale di Creta venne popolata tra la fine del Neolitico e la prima fase dell'età del bronzo antico.
Gli insediamenti dell'isola si differenziarono gradualmente nel corso del bronzo antico e oggi si individuano centri maggiori, con un numero abbastanza elevato di abitazioni, e centri minori, formati da pochi edifici. Non è però possibile stabilire l'esistenza di rapporti di sfruttamento economico tra i vari abitati.
LA SPIRITUALITA'
La religiosità minoica durante il bronzo antico ci viene descritta da oggetti in ceramica come la cosiddetta Dea di Myrtos, raffigurata con il collo lungo e una brocca in braccio, o da vasi come quelli che ritraggono la primordiale Dea della fertilità.
Dea di Myrtos
foto non realizzata dall'autore del testo
Si tratta di una divinità venerata probabilmente già nel paleolitico e giunta, attraversando il mesolitico e il neolitico, fino al bronzo antico e addirittura al mondo classico. La dea Demetra infatti potrebbe essere una rappresentazione di questa antichissima divinità della fertilità..
In questo periodo a Creta si diffuse l'utilizzo delle tombre a tholos, come quella di Platanos nella pianura della Messarà. Si tratta di sepolture collettive, ad indicare forse la presenza di gruppi emergenti, e, conseguentemnte, grandi.
Le tombe a Tholos non furono le uniche adottate in questo periodo a Creta. Sono state infatti rinvennute, ad esempio, le "tombe casa" e le tombe di tipo cicladico. La presenza di queste ultime sepolture sembra indicare contatti abbastanza stretti con le popolazioni delle isole Cicladi, a nord di Creta. Gli abitanti delle Cicladi potrebbero aver toccato le coste settentrinali di Creta per poi spingersi addirittura nell'interno della grande isola.
Schema sintetico di una tomba a tholos cretese del bronzo antico
L'ARTIGIANATO
Le necropoli utilizzate in questo periodo hanno restituito numerosi vasi di pietra, oggetti tipici dell'intera età del bronzo minoici, la cui realizzazione venne probabilmente insegnata ai cretesi dagli artigiani egizi attivi nei centri della costa siro-palestinese.
La popolazione cretese del III illennio non utilizzò solo la pietra ma anche, come già accennato, la ceramica.
Il bronzo antico cretese conobbe diversi tipi di produzione della ceramica. Uno degli stili affermatisi maggiormente è quello di Haghios Onouphrios, caratterizzato da decorazioni lineari dipinte con colori scuri sulle superfici chiare dei manufatti.
Vaso nello stile di Haghios Onouphrios
foto non realizzata dall'autore del testo
Durante il bronzo antico, in particolar modo nel periodo centrale e in quello finale di questa fase della storia cretese, si diffusero l'uso e la lavorazione dei metalli (oro, argento, bronzo). Nelle sepolture, ad esempio in quelle di Mochlos, sono stati rinvenuti molti gioielli in oro.
L'artiginato dell'isola si dedicò anche alla lavorazione dell'osso, dell'avorio e alla produzione di sigilli. In una fase avanzata del periodo, il minoico antico II, si diffusero attività artiginali incentrate sulla lavorazione delle ceramiche e dei tessuti.
IL COMMERCIO
La presenza di alcuni manufatti offre indicazioni interessanti sui contatti commerciali del bronzo antico.
Gli oggetti in oro, Considerata l'assenza di questo metallo nell'isola di Creta, permettono. ad esempio. di intuire l'esistenza di traffici commerciali mediterranei, grazie ai quali i cretesi importavano sull'isola il prezioso metallo.
Tracce dei commerci minoici sono riemerse anche in Egitto. In questo caso i cretesi non importavano merci ma le esportavano. Gli egizi dell'epoca delle piramidi, nel cuore dell'Antico Regno, ricevevano da Creta essenze necessarie per l'imbalsamazione dei defunti. in alcuni documenti scritti possiamo leggere la loro preoccupazione per l'interruzione dei contatti con l'isola di Creta.
LA SOCIETA'
L'estensione dei traffici permette di azzardare la presenza nella Creta del Bronzo antico di uomini ricchi, capaci di finanziare le imprese commerciali, e di una primordiale forma di burocrazia, resa necessaria dalla complessità degli affari che dovevano essere registrabili e rintracciabili.
La stratificazione sociale della popolazione cretese sembra attestata anche dalla presenza dei sigilli, cui si è accennato in precedenza.
Utilizzo dei metalli, attività artigianali, espansione degli abitati, commerci e contatti con popoli lontani favorirono lo sviluppo della società cretese durante il bronzo antico.
A Creta nel III millennio aC stavano germogliando i semi di una stupefacente civiltà, una civiltà capace di rendere ricca e feconda l'isola nel II millennio aC e di trasmettere il suo patrimonio culturale alla vicina Grecia continentale. Nella Creta del bronzo antico stava nascendo la civiltà minoica.
Mar Egeo - La Grecia prima dei greci
di Stefano Rosati